La comunità si mobiliti contro la cultura dell’azzardo

L’editoriale di Mons. Enrico Feroci su Roma Sette di domenica 15 maggio

Diocesane___Roma_20160515_H01_2Sabato 7 maggio, a Roma, la comunità ecclesiale ha espresso la sua preoccupazione per le conseguenze su famiglie e persone dell’offerta di gioco d’azzardo che vede la moltiplicazione di slot-machines soprattutto nelle aree periferiche e popolose della nostra città.
Si tratta di un mercato che presenta illusioni e che, immancabilmente, produce delusioni e tragedie, personali e spesso familiari. Una realtà nota da sempre, nei confronti della quale ogni persona e ogni istituzione degna della umanità più elementare non può che dichiararsi contraria. Solo un senso malinteso della libertà, ridotta a puro nichilismo volontario e suicida, può rassegnarsi alla approvazione e addirittura alla promozione di un simile strumento.
La promessa illusoria di grandi guadagni, in un solo colpo, fa evaporare enormi risorse economiche e disperdere energie personali, poi pagate nello svuotamento di persone e famiglie, con miseria e disperazione moltiplicata. Non solo, il danno più grave è quello verso le giovani generazioni, producendo la cultura della “scorciatoia”, del tutto e subito, senza sacrifici.
Aprendo lo SlotMob Fest che si è tenuto a Piazza Re di Roma, di fronte alla sala slot più grande d’Europa in cui si contano ben novecento postazioni di gioco, il cardinale Agostino Vallini è stato chiaro dicendo che «la Chiesa è in prima linea contro l’azzardo e non potrebbe essere diversamente perché a essere colpiti sono soprattutto i più poveri, i più fragili, vittime di un’operazione diabolica che distrugge le famiglie».
Un impegno che è fondamentale perché la sensibilizzazione contro l’azzardo sembra una battaglia “persa” in partenza. Troppo forti gli interessi in gioco e ancora pochi, nella società civile e nelle istituzioni, conoscono le storie di dolore e di sofferenza che ne conseguono. Nell’opinione pubblica è anzi diffusa la percezione di “bontà” di un’industria che vede l’Italia leader mondiale e promette fortuna per tutti.
Le potenti multinazionali concessionarie delle licenze hanno fatto del gioco un prodotto rispettabile, che finanzia la cultura e lo sport, che fa divertire e che promette un futuro migliore. Soprattutto, ne hanno fatto la maggiore entrata pubblicitaria di televisioni e giornali, influenzando di fatto le scelte editoriali e i grandi eventi sportivi. Il governo e i partiti, influenzati e finanziati dalle potenti lobby, considerano l’azzardo – a torto – una posta importante del bilancio dello Stato, inserita nei documenti programmatici che vengono presentati all’Unione Europea con previsioni “in aumento”, quindi una risorsa che sostiene le finanze e lo stato sociale. Senza considerare i costi sanitari e sociali ben più consistenti delle entrate fiscali.
Proprio di questi giorni è l’ultima beffa ai danni dei cittadini. Di fronte a una legge che dal 2016 dispone la riduzione del numero delle sale giochi “del 30% in quattro anni”, una circolare del Ministero dell’Economia – sfruttando cavilli e colpevoli manchevolezze – ha fatto in modo di agevolare ulteriormente questa industria favorendo nei primi quattro mesi di quest’anno la crescita del 10,6% delle slot in circolazione, portandole a 418.210 in Italia e oltre 25 mila a Roma.
Una realtà che offende non solo e non tanto la preoccupazione di chi – realtà laiche e religiose – ha sempre indicato il pericolo di questa situazione, ma mina la stessa tenuta delle istituzioni pubbliche, con la moltiplicazione della realtà diffusa della miseria tra le famiglie italiane.