Approvata dalla Regione Lazio la legge di riordino dei servizi sociali, apprezzamento della Caritas
Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato il 15 luglio scorso la proposta di legge n. 88 del 2013 “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali”. Obiettivo della riforma è definire un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati che operano nel sociale; più efficiente ed efficace sotto il profilo della programmazione, dell’organizzazione e della gestione dei servizi; più attento ai bisogni delle persone più deboli e fragili sia dal punto di vista sociale che sanitario. Il Lazio potrà così contare su un welfare “plurale”, con un sistema allargato di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata. Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla definizione degli interventi per promuovere la progettualità e l’innovazione sociale. Strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio del Lazio sarà il Piano sociale regionale. Nascerà inoltre il Sistema informativo dei servizi sociali della Regione (Siss). Prevista, poi, una serie di strumenti per garantire la qualità degli interventi e dei servizi.
«Finalmente anche la Regione Lazio ha una legge che regolamenta le politiche sociali, un provvedimento che pone al centro la Persona quale titolare di diritti fondamentali a prescindere dalla cittadinanza, dal motivo di presenza nel territorio, dall’età e dalla regolarità della residenza».
Ha commentato il direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dal Consiglio regionale.
Per il direttore della Caritas «si tratta di un ottimo passo avanti verso la definizione di una struttura normativa con la quale sarà possibile realizzare politiche integrate – sociali e sanitarie – che eliminino la divisione dei beneficiari in categorie, ma che riconoscano come diritti per tutti la cura, l’alloggio, l’integrazione sociale e lavorativa, il diritto allo studio». In particolare, monsignor Feroci ringrazia la Giunta e i consiglieri regionali per aver posto tra i beneficiari della “presa in carico” della rete integrata i soggetti più fragili «così come avviene naturalmente all’interno di ogni famiglia»: tra questi i minori, le vittime del gioco d’azzardo patologico e le persone con disagio psichico, in particolare quelle dimesse dagli ospedali psichiatrici giudiziari.