L’iniziativa Parliamoci un film a sostegno della campagna “Mi accompagni a scuola”

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Una scena del film

«Educare è una delle arti più appassionanti dell’esistenza, e richiede incessantemente che si amplino gli orizzonti». Questa esortazione di Papa Francesco ha introdotto l’evento Parliamoci un film iniziativa promossa dall’Area Pace e Mondialità nella Parrocchia San Marco Evangelista in Agro Laurentino che ha dato il via alle attività di quest’anno della campagna di solidarietà “Mi accompagni a scuola? Diritto allo studio, diritto al futuro”.

«Abbiamo individuato sette elementi fondamentali: – scriveva ancora Bergoglio in una raccolta di riflessioni pedagogiche scritte come arcivescovo di Buenos Aires – l’educazione come fatto popolare che aiuta a costruire il futuro di una nazione; la necessità di accogliere e integrare le diversità come ricchezza; la lungimiranza e il coraggio di affrontare le nuove sfide antropologiche, anche quelle che facciamo fatica a comprendere; l’inquietudine come motore educativo; la domanda e la ricerca come metodo; la consapevolezza e l’accoglienza dei limiti; la dimensione familiare e generativa del rapporto educativo».

Una campagna sul diritto allo studio nasce allora dalla convinzione che l’educare scaturisca dall’ascoltare, dal conoscere e dal capire per divenire l’opportunità di essere liberi e capaci di affrontare la vita in un percorso di dignità. Per fare questo è necessario avere al centro l’Uomo ed avere rispetto dalla sua storia.

La proiezione del film “La Mia Classe”, in cui realtà e finzione si integrano e si confondono partendo da un attore che impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi è stata l’occasione per sfiorare una di queste storie attraverso la testimonianza di Shady Ramadan, che nel film interpreta sé stesso, ed oggi come mediatore culturale si dedica all’integrazione di altri ragazzi che vivono un percorso analogo a quello da lui intrapreso alcuni anni fa