Una donna anziana, gravemente malata, le sue tre figlie e i tre nipoti, di cui uno non vedente.
Sono loro i primi ospiti ucraini nelle parrocchie di Roma.
La testimonianza di due dei giovani tutor che accompagnano le famiglie in questa prima fase di inserimento.
Sono 84 i posti di accoglienza messi a disposizione della Prefettura di Roma, quasi tutti già occupati; 87 quelli che attendono i cittadini ucraini che arriveranno con i corridoi umanitari di Caritas Italiana, i cui primi arrivi sono previsti per la prossima settimana; 14 donne con bambini sono ospitate nel Centro di accoglienza per protette internazionale del Sistema SAI.
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Una delle prime accoglienze è avvenuta presso un istituto di suore di Roma, che con generosità e gratuità ha accolto un nucleo familiare numeroso, prendendosene da subito cura.
Si tratta di una famiglia composta dalla nonna, dalle sue tre figlie e dai suoi tre nipoti.
Ognuno di loro porta con sé una storia: fatica per un viaggio in macchina durato cinque giorni, dubbi riguardo il proprio futuro, se mai sarà di nuovo nel loro Paese o se il loro nuovo Paese sarà l’Italia.
A queste domande, si aggiungono altre preoccupazioni: infatti la nonna è affetta da tumore e uno dei nipoti è cieco e non in grado di muoversi.
Su questo sfondo si inseriscono una ragazzina di 15 anni con tanta voglia di studiare – e infatti preoccupata per la scuola, che chiede di riprendere subito- e il più piccolo dei nipoti, di 5 anni, che con la sua gioia pervade tutto il convento.
Infine le tre figlie, coloro che si prendono cura della nonna, nonché loro madre, e dei loro bambini.
A sostegno di questa grande famiglia un gruppo di volontari costituiti dai docenti del liceo adiacente al convento si adopera ogni giorno, portando aiuto non solo materiale ma anche un aiuto fatto di affetto e vicinanza.
Solidarietà, accoglienza e la grande adesione nel mettere a disposizione strutture abitative e tempo sono i motori della pace.
Susanna Sansone e Rachele Tsegai Gebre