All’inizio del percorso ideato per i pellegrini sono state posizionate alcune cassette postali realizzate da una cooperativa che dà lavoro a detenuti ed ex-detenuti del carcere di Rebibbia.

Veniva così consegnata una chiave affinché venisse aperta la porta della cassetta, con sopra il nome del singolo pellegrino o del gruppo, contenente i libretti con le preghiere giubilari e materiale informativo sulla Caritas di Roma.

Questa apertura fatta dalle stesse persone in pellegrinaggio assumeva simbolicamente il significato di aprire la propria vita per accogliere Dio e andare verso gli altri.

Attraverso questo gesto si invitavano le persone ad aprirsi all’accoglienza dell’altro, riconoscendolo come fratello e ad uscire verso chi è solo per accompagnarlo in un percorso di luce e di speranza. Questo momento simbolico introduceva a pieno titolo al percorso del Giubileo, non senza emozioni per qualcuno che trovava una cassetta dedicata proprio a sé o al gruppo a cui apparteneva.

Era un momento in cui le persone si scambiavano le preghiere e si ritrovavano come gruppo, o come famiglia pronti per arrivare insieme al passaggio della Porta Santa.