In occasione del Giubileo straordinario della Misericordia il 18 dicembre 2015 Papa Francesco ha scelto di aprire la Porta della Carità presso l’ostello don Luigi Di Liegro e la Mensa San Giovanni Paolo II della Caritas di Roma in via Marsala, nel complesso della stazione Termini.

Per la prima volta nella storia della Chiesa una Porta Santa non dà accesso ad una cattedrale, ma ad un luogo dove vengono accolti i poveri per il pasto serale e per l’ospitalità notturna.

Un gesto certamente significativo per ricordarci il senso biblico dell’anno giubilare e per aiutarci a riflettere sull’esperienza dell’amore di Dio che ci viene offerto, chiedendoci di diventarne annunciatori e testimoni attraverso il nostro impegno nella carità.

A tal proposito, la proposta offerta dalla Caritas di Roma per coloro che sono passati attraverso la Porta Santa della Carità è stata quella di un pellegrinaggio dello sguardo.

E’ stata offerta l’opportunità di aprire gli occhi e soffermarsi a contemplare la compassione e la tenerezza di Dio verso ciascuno di noi, accorgendoci della presenza del Signore che si fa pellegrino per venirci a cercare e a prendere in braccio.

Il giubileo è una porta aperta sull’infinita disponibilità del Padre ad accoglierci, a rialzarci, a perdonarci e a darci nuove possibilità rispetto alle nostre cadute e fallimenti.

Fare tesoro di questo sguardo non solo ci permette di vederci e sentirci figli amati da Dio, ma anche ci dona una maggiore consapevolezza della realtà che ci circonda, aumentando sia l’ampiezza sia la profondità della nostra visione sulla società e sulla storia dei nostri giorni, sulla vita che ci scorre accanto.

Abbiamo vissuto con i pellegrini la narrazione del luogo in cui si trova la Porta della Carità per condividere l’attenzione e l’azione che ogni giorno vengono vissute verso coloro che si rivolgono ai nostri servizi, la fatica e la bellezza delle relazioni con le persone da cui nascono progetti di promozione umana, di accompagnamento e di condivisione.

Al tempo stesso, abbiamo offerto uno sguardo sulla situazione di Roma e sulle sue diverse criticità, tra povertà antiche e nuove, ma anche la bellezza di una comunità cristiana che sa leggere i territori, sa interrogarsi sui bisogni e sulle possibili risposte e sa essere seme attivo e fecondo di carità attraverso le parrocchie e i servizi diocesani. Per questo motivo abbiamo invitato tutti i pellegrini a vivere un’esperienza concreta di servizio il giorno del pellegrinaggio o in un momento successivo.

Il senso di questa Porta della Carità ci invita a guardare anche oltre la fine dell’Anno Santo, dandoci il coraggio e la gioia di continuare a metterci in cammino per vivere il pellegrinaggio da me all’altro, in un incontro che diventa esperienza di umanità e che Dio sa trasformare in storia di salvezza.