decalogo povertà alimentare

La questione dell’insicurezza e della povertà alimentare è qualcosa che rimanda ad azioni e attenzioni non nuove nel panorama degli interventi sociali e di cura. L’alimentazione non è solo sostegno al corpo ma anche segno di vicinanza alla persona e aspetto pedagogicamente rilevante. L’aiuto ai più fragili, garantendo loro il pasto quotidiano, è ciò che si ritiene essenziale e doveroso per la crescita della persona e di un sistema solidale, in cui pochi non possono e non devono pagare le disuguaglianze create dall’indifferenza di molti e la speculazione dei potenti.

Allo stesso tempo, accogliere non è solo dare un posto dove poter dormire e mangiare, è prima di tutto prendersi cura. È restituire dignità alle persone, con la volontà di includere a pieno titolo nella società chi per qualche motivo, durante la propria vita, si sente di esserne scivolato fuori, ai margini. È restituire un nome, cioè appartenenza e ruolo sociale, attraverso gesti concreti di condivisione e solidarietà.

Nel cammino per il contrasto alla povertà alimentare, i passi da compiere sono ancora molti. Abbiamo provato a riepilogarne i principali in 10 punti, fornendo alcuni spunti di riflessione su come sia possibile contrastare il fenomeno con il nostro tempo e la nostra generosità ma soprattutto attraverso le nostre scelte quotidiane.

Comincia da un piccolo gesto che apre alla solidarietà. Dona qualcosa che può servire agli altri: alimenti non deperibili, cibi con una scadenza lunga o semplicemente un po’ del tuo tempo. Basta poco per mettersi in gioco!

 

Il primo passo che puoi fare è donare qualcosa. Questa è la cellula che compone il tessuto della solidarietà. Ogni piccolo contributo è il primo passo, il primo mattone per costruire qualcosa di più grande. Nel mondo che ci circonda, il motore che muove la società è legato a ciò che può servirti, a ciò che può portarti benessere. Più seguiamo questa logica, maggiore sarà la sua forza persuasiva. Ci hai mai fatto caso?

Il dono è la logica contrapposta: più provi a donare, maggiore sarà il gusto di farlo! I frutti di questo capovolgimento li puoi immaginare da solo…

La Caritas di Roma promuove saltuariamente la Raccolta Alimentare, un giorno in cui i volontari delle parrocchie si organizzano con i supermercati e chiedono alle persone una donazione in prodotti alimentari o per l’igiene. Tutti i prodotti raccolti alla fine della giornata saranno indirizzati a sostenere alcuni progetti importanti.

Partecipare alle raccolte ti permette di entrare nella dinamica del dono: prova e vedrai. Anche donare il tuo contributo come volontario è prezioso: la Raccolta Alimentare esiste solo perché tante persone si mettono in gioco e contribuiscono, nel loro piccolo, a grandi progetti.

Dona ciò che ti piacerebbe ricevere. Come noi curiamo la nostra alimentazione, così anche le persone in difficoltà possono ricevere qualcosa che sia segno dell’attenzione altrui.

 

Sei abituato a pensare che chi ha poco, apprezzerà qualunque dono, perché “è meglio di niente”. Se provi a metterti nei panni di chi riceve, la prospettiva cambia del tutto: spesso è molto difficile chiedere aiuto, e quando è successo a te, è stato bello quando qualcuno ti ha dato qualcosa di importante, e non solo uno scarto!
Vogliamo superare l’idea che sia necessario “accontentarsi”: pensiamo a ciò che piace, che è davvero utile, che può “consolare” e far sentire amato chi si trova in un momento difficile. Vogliamo proporre un modo per donare valore a ciò che viene donato a chi è in difficoltà. La Caritas di Roma promuove il progetto Empori della Solidarietà, dei luoghi dove si possono prendere i prodotti alimentari e igienici che sono stati donati dalla comunità. Questo tutela la dignità delle persone, che possono fare la spesa scegliendo i prodotti in modo autonomo e andando incontro a gusti, bisogni alimentari, regole della propria tradizione o religione.
Il progetto, inoltre, pone attenzione alla dieta delle famiglie e all’impatto ecologico dei prodotti presenti (biologici, a chilometro zero, frutta e verdura di stagione…). Questi beni possono essere disponibili anche a persone in difficoltà, non solamente alle persone più ricche!
Nella logica dell’Ecologia integrale di cui parla Papa Francesco, il rispetto per le persone e il rispetto per la Terra sono la stessa cosa: quando offri il tuo, è importante fare anche una scelta etica ed ecologica.

Prova a superare le prime impressioni. Ammira con pazienza il bello e l’unicità di ognuno. Guarda le persone, non i numeri: questo cambia tutto.

 

Quando pensi al “povero”, probabilmente ti viene in mente un’immagine, un’idea, una definizione ben precisa. Non è un’immagine standard che vale per tutti, ma è quella che ognuno di noi si è costruito in base alle proprie esperienze, ai propri vissuti, alla propria vita. Può succedere che questa immagine condiziona il tuo modo di avvicinarsi all’altro e la tua modalità di guardarlo e aiutarlo. Non ti è mai capitato di pensare: “Se ha quella macchina così bella e grande, perché chiede aiuto?” oppure “Ha lo smalto sulle unghie e la piega dei capelli… di cosa può avere bisogno?”. A volte questo porta a costruire generalizzazioni legate ad etnia, età, luoghi di provenienza. Gli esempi potrebbero essere tanti, ma tutti hanno in comune un elemento: l’etichetta che viene messa addosso all’altro! Sono frasi, pensieri ed espressioni che spesso riecheggiano anche nella testa di chi si trova di fronte ad una richiesta di aiuto. Ma bisogna fare attenzione… non sappiamo cosa si nasconde dietro quella macchina o quelle unghie, non sappiamo quale è stata la vita dell’altra persona fino ad oggi, non sappiamo quale è la sua necessità.
La povertà può avere tanti volti e tante manifestazioni, anche quelle che meno ci aspettiamo. Non è facile individuare e affrontare tante situazioni e realtà diverse, ma una prima attenzione che puoi avere è di non fermarti all’immagine che ti sei costruito di una persona. Ricordati che di fronte a te c’è una storia, un vissuto, delle esigenze che sono sicuramente diverse dalle nostre.
Come possiamo fare allora? Semplicemente provare ad ascoltare l’altro per capire quale sia la sua storia e quali sono le sue esigenze, senza fermarci alla prima impressione e senza farci condizionare dall’immagine che ci siamo costruiti.

La povertà è un fenomeno complesso, non legato soltanto alla mancanza di reddito. Poni al centro la persona ed entra nel cuore dei problemi: allena la ragione e non rincorrere numeri o semplificazioni.

 Quando incontri una persona povera, una domanda lecita che puoi porti è “Perché è successo questo? Come si è arrivati a questo?”

Accostarsi ad una persona in stato di necessità significa anche chiedersi perché questa persona vive una situazione di disagio e quale percorso possiamo intraprendere per farla tornare a essere autonoma e integrata nel tessuto sociale. Significa conoscere una storia, comprendere i processi che hanno portato ad una deprivazione, studiare il fenomeno della povertà nella sua complessità multiforme, per come si manifesta nella nostra città e nel nostro paese.

Spesso accosti l’idea di povertà esclusivamente all’aspetto economico. Ma questa è una lettura insufficiente, e ti accorgi ben presto che non basta una risposta distributiva per risolvere una sofferenza che è più profonda, complessa e articolata. Non serve solamente distribuire soldi, pasti e beni per colmare uno spazio di privazione. Occorre qualcosa di più completo: puoi provare a cambiare paradigma? Puoi provare a trasformare il sogno in progetto?

Per saperne di più: www.caritasroma.it/area-stampa/pubblicazioni/rapporto-poverta

Non rispondere solo alle situazioni di emergenza con aiuti immediati. Restituisci dignità a chi ti chiede un sostegno e promuovi lo sviluppo autentico e integrale delle persone che incontri.

Come immagini il futuro di una persona che aiuti? Come vorresti che fosse? Cosa speri che riesca a raggiungere? Spesso capita di impostare la relazione di aiuto solamente “a senso unico” dove da me comincia tutto ciò che serve a te. Questo modo di pensare è tipico della nostra cultura e il terzo settore si accorge oggi che questa prospettiva è miope e rischiosa.

Essere poveri significa soprattutto non avere avuto la possibilità di sviluppare i propri talenti, i propri carismi. Sviluppo significa letteralmente “togliere i viluppi”, cioè togliere gli ostacoli che impediscono a ogni persona di realizzarsi.

Papa Paolo VI ha parlato nella Populorum progressio (1967) dello sviluppo umano definendolo così:

“Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. Non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce”.

Questa visione profetica (vecchia di 50 anni!) ci permette di guardare all’altro in tutt’altro modo: è lui il protagonista della sua autonomia, della sua emancipazione, della sua liberazione! Noi possiamo porci solo come sostenitori di questo processo, spesso lungo e faticoso.

Caritas Roma prova a diffondere progetti in cui le comunità entrino in questo nuovo modo di porci e di accostarsi alle persone sofferenti.

Per approfondire:

www.caritasroma.it/fondo-famiglia

www.caritasroma.it/wp-content/uploads/2022/12/Scheda-Progetto-Officina-delle-Opportunita%CC%80.pdf

www.caritasroma.it/2015/10/ero-forestiero-e-mi-avete-ospitato

Il circolo vizioso della dipendenza dall’assistenza si interrompe innescando il circolo virtuoso della relazione. Il legame che costruisci con l’altro può diventare spazio e strumento di liberazione.

Quando stai accanto a qualcuno in difficoltà, quando riduci la distanza tra voi, quando sei “prossimo”, non siete solo tu e lui, c’è anche qualcos’altro: si crea il “noi”. Questo spazio, che è invisibile agli occhi, è uno spazio delicato, prezioso, che si costruisce passo dopo passo ed è composto da ascolto, fiducia, rispetto, autenticità.

Una canzone di Niccolò Fabi recita: “Silenziosamente costruire. Costruire è sapere, è potere rinunciare alla perfezione. Io ti stringo le mani. Rimani qui. Cadrà la neve, a breve”.

Costruire le relazioni è osservare che tra la partenza e l’arrivo, in mezzo ci sono talmente tante cose che limano quel desiderio di essere perfetti e raggiungere obiettivi prefissati. Costruire relazioni è un processo lento che, giorno dopo giorno e silenziosamente, come quando cade la neve, raggiunge quello spazio di vicinanza che manifesta un legame ricco di esperienze.

Una relazione autentica ci fa sentire emotivamente presenti l’uno per l’altro, ci dà la possibilità di offrire ricevere apertamente gesti di vicinanza, ci rende la libertà di crescere grazie e insieme alla gratuità dell’altro. La relazione è l’unico spazio dove si cresce, dove lo sviluppo diventa concreto, dove la reciproca correzione diventa costruttiva.

Questo non è facile, soprattutto quando le persone sono sofferenti, quando la relazione è intrisa di aspettative, quando è inquinata dalla dipendenza dall’altro.

Caritas Roma sceglie di dare alla relazione o spazio più importante, promuove questo come stile dell’aiuto da dare, come strumento privilegiato da offrire. Nelle parrocchie di Roma è presente un Centro di Ascolto Caritas dove l’incontro, la fiducia e l’accompagnamento diventano gli elementi dello stile degli operatori.

Prova a cercare un Centro di Ascolto vicino a casa, è un luogo dove scoprire relazioni di crescita vicendevole.

Basta poco per far sentire una persona accolta, ascoltata, amata: a volte basta un sorriso o un pensiero. Interessati, prendi parte alla vita dell’altro e sperimenta la bellezza della carità autentica.

La cura non si riferisce alla sola dimensione del corpo; rimanda ad un atteggiamento di attenzione nei confronti delle persone e a tutto quello che le circonda. Prendersi cura vuol dire mettersi in movimento dentro sé stessi, spostare i propri pensieri sull’altro, fermarsi di fronte alla realtà dell’altro e agire per il suo bene, in tutta la sua realtà.

Sembra un programma molto arduo da realizzare e ci si può spaventare difronte ad esso! Prendersi cura dell’altro è innanzitutto alzare gli occhi dal tuo ombelico. L’altro non sempre ha un bisogno concreto, in primis vuole sentirsi voluto bene nelle semplici cose: fa piacere avere la sensazione di non essere solo. Questo è già tanto, soprattutto per chi non ha goduto di questo amore dalle sue relazioni più importanti.

Quando ci troviamo di fronte ad una vera difficoltà, a un dolore (di qualunque tipo esso sia), siamo chiamati anche solo a fermarci e a stare: stare con. La realtà spesso ci chiama e dobbiamo prendere sul serio quello che abbiamo davanti ai nostri occhi. Allora possiamo scegliere di porre attenzione a quello che ci tocca passando. Possiamo scegliere di sperimentare la cura e la prossimità: è un passo grande, ma così bello!

Prendersi cura dell’altro è “avere compassione”, è anche fare silenzio di fronte al suo dolore e parlare solo quando le nostre parole sono veramente credibili.

Quando vuoi aiutare qualcuno, spesso ti senti solo e non sai cosa fare. In realtà la città è ricca di persone che, come te, vogliono dare una mano e mettersi in gioco. Insieme possiamo trovare nuove strade.

Capita tutti i giorni. Davanti al supermercato, lungo il marciapiede. Incontri uno sguardo e noti con la coda dell’occhio una mano tesa. Qualcosa che interrompe il ritmo della quotidianità, che ti ostacola nel flusso delle tante cose da fare. Quando riesci ad accettare questo, alzi lo sguardo e incontri una domanda. Ma il pensiero che spesso si presenta è “cosa posso fare? Non ha senso dare quel che mi chiede, pochi spiccioli, anzi forse è anche peggio”. Ti senti solo, senza possibilità di cambiare niente. E quindi lasci stare e passi oltre. È inutile. Quante volte ti è capitato?

In realtà, siamo in tanti a pensarla in questo modo. Se io e te ci incontrassimo forse potremmo ragionare insieme; basterebbe incontrarci tutti noi che vorremmo fare qualcosa: le nostre possibilità diventerebbero grandi! Possiamo dircelo: se ci mettiamo insieme, possiamo fare molto, possiamo dare molto!

Quando? Adesso! Adesso è il momento di farlo! Ci sono già dei luoghi dove riunirsi per provare a fare qualcosa di più, a organizzare qualcosa di più intelligente. Ci sono dei gruppi che provano a cambiare le cose, che aspettano il tuo contributo perché è intelligente e prezioso.

Caritas Roma promuove tempi e spazi di confronto per dare slancio e concretezza a questo desiderio che in molti portiamo nel cuore. Possiamo fare qualcosa di serio per le persone che sono in difficoltà? Si, possiamo farlo, ma solo insieme. Prova a vedere quanti servizi sono a disposizione per chi vuole partecipare!

Scopri i servizi Caritas: www.caritasroma.it/attivita/nel-territorio

Il tuo contributo può essere il prezioso tratto di un disegno. Prova a pensarti come un nodo di una rete articolata che sostiene e accompagna: così possiamo compiere grandi imprese.

Una frase di una canzone di Cesare Cremonini dice “non siamo soli in questo universo”. La nostra vita è fatta di relazioni e rapporti continui con gli altri. Aristotele diceva “l’uomo è un animale sociale: tende per natura ad aggregarsi con altri individui e a costituirsi in società”. Come esseri umani non siamo capaci di vivere senza gli altri e senza le relazioni che costruiamo con loro. Quando sperimentiamo lo stare insieme, vediamo che si possono fare tante cose, che da soli non immaginavamo! Il tutto è maggiore della somma delle singole parti!

Da soli possiamo fare poco: invece, unire i pensieri e le valutazioni, i tempi disponibili e le attività da svolgere con quelle di qualcun altro, ci farà arrivare molto più in alto. Ti va di provare a costruire qualcosa? Noi stiamo provando a farlo, insieme. Ci sono già tante persone che a Roma stanno costruendo una rete di sostegno comunitario e condiviso. Puoi aiutare a costruire una rete territoriale di sostegno e cura delle persone. Puoi farlo mettendoti in contatto con la parrocchia, con associazioni del territorio, con chi pensi possa essere parte di un progetto di sostegno collettivo a chi è in difficoltà.

A volte ci potrà sembrare che il nostro contributo è poca cosa, ma anche una goccia in un mare più ampio, contribuisce alla sua creazione e al suo mantenimento.

La rete Caritas: www.caritasroma.it/caritas-roma/coordinamento-territoriale

Se sei arrivato fin qui, complimenti: sei sulla strada giusta. Ma ci sono ancora tante possibilità per essere protagonisti nella concretezza della carità.

Ti piace quello che hai letto? Ti interessa? Vuoi sentirti partecipe di questo grande sogno? Prendi contatto con noi, tieniti informato seguendo le notizie locali e scopri sul nostro sito tutti gli eventi e le opportunità per i volontari.

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