“In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’acqua viva della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo”. Così scrive Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2021.

Il Santo Padre invita sottolinea inoltre che «la carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità». «Vivere una Quaresima di carità – spiega il Papa – vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19».

La proposta

La Diocesi di Roma propone un itinerario spirituale, di preghiera e di servizio, da vivere in famiglia nelle cinque domeniche del tempo di Quaresima. Di seguito riportiamo le schede con le proposte formative e i video con le testimonianze per la condivisione. 
La scheda introduttiva

I – La solitudine del deserto

La tentazione è il momento in cui il pensiero di fare una cosa cattiva si fa strada dentro di noi, quando sentiamo il desiderio di fare o di dire qualcosa di male. È importante saper riconoscere alcuni pensieri e alcuni desideri come tentazioni, cioè pensieri e desideri che ci portano al male, a soffrire e a far soffrire gli altri. Una delle tentazioni che si vivono in famiglia è quella del “deserto”, cioè di isolarsi, di non parlare, di chiudersi in un proprio mondo, nei
propri pensieri, senza condividere con gli altri. Per resistere alla tentazione chiediamo a Dio di non abbandonarci…
La scheda

Ragazzi in disparte

II – Una luce nascosta

In ogni persona c’è una luce, una bellezza particolare, perché siamo figli di Dio, unici e irripetibili. A volte la luce si vede chiaramente, a volte invece è nascosta, come se mettessimo una lampada accesa sotto una coperta. Ma se per un momento solleviamo la coperta, ecco che vediamo la luce nascosta. Quando Gesù porta i suoi discepoli sul monte succede una cosa del genere: per un attimo egli mostra la luce che ha dentro, la luce di Dio…
La scheda

Testimonianza dal carcere

III – La casa del Padre

In casa ogni cosa ha il suo posto e ogni stanza ha la sua funzione. Se le cose sono lasciate nel posto sbagliato, allora c’è disordine. Il Tempio di Gerusalemme è il luogo della presenza di Dio e Gesù lo chiama “la casa del Padre mio”. Ma il Tempio di Gerusalemme è pieno di cose che dovrebbero essere fuori. Invece di un Tempio, sembra un mercato! Gesù ama quel luogo e per questo scaccia tutti i mercanti: non perché tenga molto all’ordine in sé, ma perché vuole dare il giusto senso alle cose, e vuole che il luogo di Dio non sia occupato da altro.
La scheda

L'amore di una nuova famiglia

IV – L’amore di Dio

Quando amiamo qualcuno desideriamo stare con lui e aiutarlo in ogni circostanza. Se ha bisogno di qualcosa, facciamo di tutto per lui. Se è in difficoltà o in pericolo, vogliamo salvarlo e impedire che soffra. Se ha sbagliato e ci ha fatto del male, cerchiamo di perdonarlo per tornare a stare insieme. Gesù è l’amore di Dio verso di noi. In lui c’è tutto questo: è la presenza di Dio con noi, è l’aiuto, è la salvezza, è il perdono. È molto bello quando lo guardiamo e ci sentiamo amati.
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V – Il chicco di grano porta frutto

Quando un seme di grano che è sottoterra germoglia, il guscio che ha intorno si rompe e ne esce la piantina, che poi cresce e diventa una spiga. In un certo senso il seme muore, perché quando c’è la piantina il seme non c’è più, si è trasformato. Se invece il guscio del seme non si rompesse, non nascerebbe nulla. Non ci sarebbe la spiga di grano, e quindi poi non ci sarebbero la farina né il pane. Gesù usa questa immagine per parlare della propria morte sulla croce: “io sono come il seme, muoio per far nascere qualcos’altro; ho paura di morire, ma ho più amore che paura, e l’amore mi spinge ad andare fino in
fondo”.
La scheda