Parliamoci un film: “Uomini di Dio”

Si apre il 14 ottobre la rassegna 2016 della Caritas di Roma presso il Roma Scout Center

Venerdì 14 ottobre
ore 18.30
Roma Scout Center – Via di S.Ippolito 15

UOMINI DI DIO
di X. Beauvois

– Interviene la prof. MIRELLA SUSINI

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UOMINI DI DIO di Xavier Beauvois è liberamente ispirato alla tragedia di Tibhirine (1996), in cui sette monaci francesi di un monastero algerino furono rapiti da un gruppo del GIA (Gruppo Islamico Armato) e assassinati. Il film esamina gli ultimi mesi vissuti da una piccola comunità di monaci cristiani in “terra musulmana”.   Il film è incentrato più sulla ricerca del significato degli eventi e di ciò che era in gioco per la comunità, che sul racconto dei dettagli di ciò che realmente accadde. La storia ha inizio diverse settimane prima che i terroristi lanciassero un ultimatum ordinando a tutti gli stranieri di lasciare il paese. Un gruppo armato terrorista arriva perfino a fare irruzione nel monastero alla vigilia di Natale. Il dilemma dei monaci, latente fino a quel momento, si fa allora esplicito: restare o andarsene? La decisione deve essere presa di concerto dal gruppo. Ma per loro la scelta di andare o di rimanere, nonostante le minacce, è carica di conseguenze. Quando rifiutano la protezione militare, il governo chiede loro di tornare in Francia. Ciascun monaco prende la sua decisione ottemperando a principi umani, politici e religiosi e sondando le profondità della propria anima e della propria coscienza. Questa tensione drammatica accompagna la vita quotidiana mistica e pratica della comunità: il loro stretto legame con gli abitanti del villaggio e la carità con la quale cercano di contrastare la violenza che divora il Paese. UOMINI DI DIO testimonia il reale impegno dei monaci e la forza del messaggio di pace che desideravano attestare restando in mezzo ai loro fratelli musulmani: la possibilità di trovare un comune terreno di fraternità e spiritualità tra cristianità e islam. I monaci chiamavano i membri dell’esercito “i fratelli della pianura” e i terroristi “i fratelli della montagna”. Per nulla ingenui, erano consapevoli di trovarsi su un sottile spartiacque tra due fazioni con posizioni ambigue. Il film di Xavier Beauvois adotta il punto di vista dei monaci e mostra il ritmo di vita di un monastero cistercense.

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