La città che vorrei

La città che vorrei“La città che vorrei” è stato un momento di narrazione appassionata e piena di speranze. Il 19 e il 20 maggio abbiamo condiviso i nostri sogni e le nostre aspettative cercando di tenerle attaccate con forza al nostro impegno.

Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace è il tema ispiratore del Concorso Fotografico che, dal 2013, ha come filo conduttore “La Pace ogni giorno”.

Quest’anno l’invito era di coniugare un impegno a servizio della collettività, attraverso uno stile di lavoro e di partecipazione capace di testimoniare una scelta nonviolenta. Tema e approccio che la Caritas sviluppa attraverso le esperienze di presenza sui territori geografici e accompagnando i percorsi umani più complessi della nostra città. Con il tema  “La città che vorrei” abbiamo voluto dare un volto ed un obiettivo a questo impegno cercando, attraverso il linguaggio fotografico, di renderlo visibile e possibile grazie a chi ha dato tempo e creatività nel cercare nella città questi gesti di speranza.

Le foto pur con sensibilità e sfaccettature diverse sono riuscite a raccontare tanti aspetti di questa città, collegate tra loro dal filo conduttore della solidarietà, della bellezza e della convivenza civile.

Abbiamo condiviso e ascoltato le fatiche di Massimo il quale, attraverso processi educativi non sempre facili, propone senza sosta  percorsi di accoglienza e di arricchimento interculturale in un contesto sociale che si sta trasformando. Abbiamo assaporato la pazienza con cui Federico anima i territori dello sport per offrire a chi è più fragile la possibilità di crescere nella relazione e nella passione di attività che ama. Abbiamo scoperto da Elena che ci sono centinaia di cittadini che amano la loro città e si impegnano per renderla più pulita, dignitosa e bella e che tutto questo ha a che fare con la giustizia, perché tutti devono avere il diritto di vivere in un ambiente che non mortifichi la loro dignità. Abbiamo accolto l’entusiasmo di Francesco che instancabilmente percorre vie e piazze per spiegare che l’azzardo non è un gioco ma una schiavitù che logora sogni e progetti e dalla quale più passa il tempo e più è difficile liberarsi. Mons. Feroci, direttore della Caritas, ha avuto poi modo di collegare queste esperienze all’interno di una visione che metta al centro il rispetto e l’attenzione a ogni persona, sottolineando quell’idea di sviluppo integrale che Papa Francesco ci invita con la “Laudato Si’” a perseguire con tenacia.

“La città che vorrei” non è stato un punto di arrivo. E’ stato solo un invito a scoprirla, a pensarla, a immaginarla. Convinti che si possa continuare a costruirla.

Oliviero Bettinelli
Area Pace e Mondialità