Via Crucis a Via Marsala. Il vescovo Di Tolve: «Coltivare germogli di vita nuova»

«L’incontro con il Risorto ci aiuti a crescere nella consapevolezza che possiamo sempre ricominciare. Che a ogni caduta possiamo rialzarci, a ogni fallimento può esserci un nuovo inizio. E che dopo ogni morte c’è sempre un germoglio di vita nuova». Così il vescovo Michele Di Tolve, ausiliare della Diocesi di Roma, ha concluso la Via Crucis promossa dalla Caritas diocesana e dalla parrocchia salesiana del Sacro Cuore che si è svolta la sera di venerdì 22 marzo lungo Via Marsala.

«Siamo in un luogo, a ridosso della Stazione Termini, dove – ha detto il presule – tante vite passano, si fermano, ripartono e forse non sanno dove andare. Camminando per questa via, in mezzo a tanto rumore, abbiamo fatto silenzio per riabituarci ad ascoltare, per sentire il grido di dolore di chi ci è vicino».

«Se non impariamo ad ascoltare il grido degli altri – ha spiegato il vescovo – non sapremo più ascoltare neppure il nostro grido, neppure il nostro bisogno, neppure le nostre necessità».

La liturgia, iniziata all’interno della Basilica del Sacro Cuore, si è svolta in con sette stazioni animate dagli ospiti dell’ostello Don Luigi Di Liegro.

«Questa sera – ha detto il parroco don Javier Ortiz Rodriguez introducendo il percorso – abbiamo scelto di percorrere una Via Crucis nei pressi della stazione Termini, perché vogliamo condividere un momento di preghiera con tanti fratelli invisibili. La Via Crucis tradizionalmente è fatta di stazioni ed oggi vorremmo che ogni tappa possa diventare una vera e propria sosta, che permetta l’incontro con l’altro».

«La Via Crucis su via Marsala – ha commentato Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana – è stata un segno visibile di un itinerario di riflessione e di meditazione profonda su Gesù di Nazareth, sul suo messaggio di apertura all’altro e una mano tesa per risolvere insieme i problemi della zona».

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