Una Veglia per la Pace in cui affidarci al Padre e affidare a Lui tutti gli uomini e le donne della Terra, soprattutto quelli che soffrono per la guerra, le violenze, l’odio e l’indifferenza.
È la proposta del Settore Giovani dell’Azione Cattolica di Roma, in collaborazione con la Caritas diocesana, che si svolgerà sabato prossimo, 18 gennaio alle ore 20.30, nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli (Scala dell’Arce Capitolina, 12, accanto a piazza del Campidoglio).
«Sono tante le domande che ci portiamo nel cuore quando preghiamo per la Pace – spiegano i promotori -. Cosa possiamo fare noi quando attorno le tenebre continuano a crescere? A cosa serviamo con la nostra piccolezza mentre i conflitti internazionali e le armi fanno sentire il loro rumore sempre più forte? Come ci sentiamo quando ci sembra che il Signore non ascolti le nostre preghiere, i nostri gridi di Pace?».
Una preghiera che partirà dal ricordo dei Piergiorgio Frassati «un giovane uomo di Azione Cattolica, che visse a Torino negli anni tenebrosi di inizio Novecento, che con i suoi gesti di compassione, di giustizia, illuminati dalla fede, cambiò la storia del tempo e del luogo in cui visse. Nella piccolezza della sua quotidianità, cambiò la vita di molti. Fu antidoto alla disumanizzazione portata dal regime fascista e dalla prima guerra mondiale».
Il prossimo 3 agosto, durante il Giubileo dei giovani, Frassati sarà proclamato santo. «Dietro a lui – scrivono i giovani nell’invito -, appassionato delle Altezze, proveremo a camminare anche noi in questa Veglia che si inserisce nel cammino dell’Anno santo. Pregheremo insieme per la Pace convinti che il Dio in cui crediamo è davvero il Dio dell’impossibile. Sul suo esempio, e per sua intercessione, chiederemo al Signore di farci “testimoni di speranza” per il mondo». Nella veglia ci saranno anche le reliquie del santo torinese con la piccozza che usava in montagna.
La liturgia vedrà anche due testimonianza: Samer Afisa, rifugiato siriano di Damasco, fuggito in Italia con la sua famiglia per scappare dalla guerra nel 2015 e ora operatore della Caritas diocesana in un centro di ascolto per migranti e rifugiati; con lui Daniela Alba, 32 anni, nata a Bogotà, in Colombia, e immigrata negli Stati Uniti da bambina. A entrambi la guerra e la violenza, in modo diverso, hanno cercato di togliere casa, sogni, futuro e libertà ma, con la loro esperienza, aiuteranno i giovani a comprendere che è possibile trovare la speranza anche in mezzo alle macerie.
Dai promotori anche un invito particolare per «entrare nel clima di preghiera»: la visita al Museo del Corso (via del Corso, 320) in cui ammirare il capolavoro di Marc Chagall, “La Crocifissione bianca”, visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle ore 10 alle 20.