Ci siamo impegnati nel riservare a chi arrivava un momento particolarmente caloroso per aiutare le persone ad entrare in dialogo con un luogo di accoglienza, dove vivere un percorso liturgico – sacramentale pur trovandosi nel contesto di un ostello e di una mensa per i poveri.

È stato bello e importante condividere con i pellegrini l’importanza e l’unicità dell’apertura di una Porta Santa in luogo inusuale ma abitato e frequentato da persone semplici e umili, gli ultimi, che spesso non hanno voce, ma che sono quelli che Gesù tanto ama.

Quindi abbiamo raccontato il luogo dove ci trovavamo, accanto al Centro Ascolto Italiani e al Poliambulatorio, presentando la Caritas come organismo della Chiesa preposto alla testimonianza della carità anche attraverso i suoi servizi-segno. Abbiamo ragionato sulle nuove povertà che portano tanti nostri fratelli a versare in stato di profondo disagio, rivolgendosi alle strutture di accoglienza. Ci siamo interrogati su quanto ci sentissimo tutti impegnati – come Chiesa e come cittadini – nel cercare di fare un’opera di denuncia profetica e di nuova costruzione del territorio nel quale viviamo. Abbiamo sottolineato l’importanza di camminare insieme alla persona, favorendone la promozione umana, testimoniando  l’essere una Chiesa accogliente in nome del Vangelo, con l’obiettivo che ogni comunità cristiana diventi sempre più luogo di carità sul proprio territorio.