Chiedilo a loro: il progetto Quartieri solidali”

L’iniziativa della Caritas in 6 parrocchie di Roma “testimonial” della campagna CEI

Al via la campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza episcopale italiana Chiedilo a loro che ha l’obiettivo di ricordare il valore della partecipazione. In evidenza alcuni tra i progetti realizzati grazie alle firme dei fedeli, scelti tra le migliaia sostenuti in questi anni attraverso le tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.

Tra questi il progetto Caritas ‘Quartieri solidali’, sostenuto con 80.000 euro dall’8xmille alla Chiesa cattolica, che a Roma offre risposte concrete alla solitudine della terza e quarta età. Ai cittadini anziani, in forte aumento nel nostro Paese, spesso le città voltano le spalle più duramente di quanto accada nei piccoli centri. Il via in 6 parrocchie (S. Bernadette a Colle Aniene, S. Andrea Avellino a Ottavia, Ss. Sacramento a Tor de’ Schiavi, S. Pio V all’Aurelio, S. Maria Ausiliatrice a via Tuscolana, S. Ugo vescovo alla Serpentara), con altre 8 in attesa.

“Formiamo decine di volontari per un intervento a più livelli – spiega Alessia Celentano della Caritas – Dall’assistenza domiciliare leggera, con compagnia e pratiche burocratiche o il tele-soccorso, fino agli over 65 promotori di laboratori in parrocchia, per arrivare ai condomini solidali, una rete di possibili relazioni da recuperare. Finora sono 150 gli anziani assistiti”. La proposta si sta estendendo anche in altri quartieri e presto coinvolgerà 14 parrocchie in totale. Il servizio sarà attivo tutto l’anno, anche d’estate. Niente improvvisazione, ma parrocchie responsabilizzate, una segreteria unificata e volontari che entrano nelle famiglie in punta di piedi, per dare sollievo e riallacciare i contatti con gli altri.

Dice un’anziana che non può pagarsi una badante: “Con loro mi sfogo, piango, rido. E dopo tanto tempo, mi sono fatta accompagnare dal parrucchiere e ho ritrovato il mio ruolo”. “La prima povertà è la solitudine – prosegue Alessia– Smussiamo depressione e diffidenza in persone che non uscivano di casa da anni. Una pensionata ci ha detto ‘grazie perché ora non ho solo te come amica, ma una comunità intera”.

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