“Fraternità, fondamento e via per la Pace” è il tema scelto da Papa Francesco per il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, che dal 1968 viene celebrata il 1 gennaio.
Dalle parole del Papa, l’occasione per un momento di riflessione e condivisione, con il contributo di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig di Torino e la Comunità Adsis di Roma
SABATO 25 GENNAIO
ore 10.00
Comunità Adsis
Via dei Colombi 47 (Torre Maura)
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Ernesto Olivero
Ernesto Olivero è nato nel 1940 a Mercato San Severino (Salerno), è sposato, con tre figli e sette nipoti. Ha lavorato in varie industrie del torinese e poi in banca fino alle dimissioni (1991). Nel 1964 ha fondato a Torino il Sermig, Servizio Missionario Giovani, insieme alla moglie Maria e ad un gruppo di giovani decisi a sconfiggere la fame con opere di giustizia, a promuovere sviluppo, a vivere la solidarietà verso i più poveri.
Negli anni ’80 all’interno del Sermig nasce la Fraternità della Speranza, che conta attualmente un centinaio di aderenti: giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache che si dedicano a tempo pieno al servizio dei poveri, alla formazione dei giovani, con il desiderio di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza.
Attorno alla Fraternità della Speranza, centinaia di volontari e il movimento internazionale dei Giovani della Pace si ispirano alla spiritualità e al metodo del Sermig.
La Comunità Adsis
Le Comunità Adsis nascono a Bilbao, in Spagna, nel 1964, come presenza cristiana tra i giovani e i poveri alla quale aderiscono uomini e donne di diversi stati di vita. Dal 1999 anche a Roma nel quartiere di Torre Maura, le Comunità Adsis si sono fatte presenti in questi anni in tanti ambienti di povertà ed emarginazione e hanno sviluppato molteplici servizi di solidarietà, cooperazione internazionale e lotta per la giustizia. La Comunità Adsis è soprattutto soggetto e ambito di vita comune, di comunicazione e trasmissione della fede, di testimonianza ed accoglienza, di chiamata al vangelo e alla vocazione partendo dall’esperienza della vita in comune. Attraverso la casa, la Comunità si fa presente in forma significativa e accogliente, vicina e solidale, specialmente là dove l’uomo soffre e ha bisogno di riconoscimento, aiuto e promozione.