La visita del cardinale Vallini al Centro “Santa Bakhita” che accoglie donne rifugiate
«Un faro che illumina, un luogo di riferimento, dove la comunità possa respirare un’umanità vera, un’umanità bella». Così il cardinale Agostino Vallini ha descritto il Centro di accoglienza “Santa Bakhita” della Caritas di Roma. La struttura, che ospita donne e mamme con bambini richiedenti asilo e rifugiate, si trova ad Acilia ed è attiva da poche settimane in quella che in precedenza era la Casa di riposo “Giovanni XXIII”. Lo scorso 22 giugno si è svolta la visita del vicario uscente di Roma nell’ambito delle iniziative promosse dalla Caritas in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
Ad accompagnare il presule, oltre a monsignor Enrico Feroci direttore della Caritas, anche i parroci della zona: padre Gregorio Sosnowski di san Maurizio martire e padre Paolo Maiello di san Leonardo da Porto Maurizio.
Attualmente, il centro – inserito nell’ambito dei programmi del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) del Comune di Roma – ospita trenta donne somale, nigeriane, cinesi e congolesi. Altre venti, in questo caso mamme con bambini piccoli al seguito, arriveranno nelle prossime settimane.
Oltre agli operatori della Caritas, nella struttura operano le suore della congregazione Ancelle del Signore e numerosi volontari. Insieme all’edificio principale, che si sviluppa su due piani e nel quale le ospiti dimorano, vi sono numerosi spazi per promuovere attività di integrazione e di inserimento socio-lavorativo: scuola di italiano, laboratori di cucito e di teatro, piccoli orti urbani, giardini per attività ludiche.
È stato il cardinale Vallini, durante la sua visita, a benedire la nuova cappella dedicata a “Santa Bakhita”. Nel corso dell’incontro, il porporato ha spiegato come «sei mesi fa, quando qui c’era una residenza per anziani della Diocesi la cui gestione era molto problematica, neanche immaginavamo che questo luogo potesse rinascere così bello». Il cardinale ha poi raccontato: «Ho sentito la necessità di destinare quest’opera alla carità, un progetto destinato alle donne che hanno bisogno di trovare il calore di una famiglia. Loro, che hanno provato già tante sofferenze pur essendo giovanissime, in questo luogo vengono accolte e amate». Parlando della nuova cappella, affidata alla cura delle religiose, Vallini ha detto che «siamo agli inizi del progetto, per questo vogliamo che questa cappella, dedicata a Santa Bakhita – che nel Sud Sudan ha difeso gli schiavi con la sua vita, la sua testimonianza e il suo amore – diventi il cuore della casa. Un angolo dove le ragazze ospiti, gli operatori, i volontari e anche i gruppi della vicina parrocchia, possono venire a pregare, a riversare alla Madonna è a Santa Bakhita le pene, le speranze, i progetti». «Un luogo – ha continuato rivolgendosi alle giovani ospiti -anche dove poter ringraziare il Signore dell’opportunità di vivere qui, perché in questa casa potete risanare le ferite che avete ingiustamente subito. Per quello che è dipeso da noi, dagli uomini e dalla città, io sento di chiedervi perdono».
Un ultimo pensiero il cardinale Vallini lo ha rivolto alle comunità parrocchiali del territorio, invitandole a essere vicine alle ragazze «perché diventi una casa viva dove i gruppi vengano e stiano, dove possano respirare un’umanità vera e bella. L’augurio è che questa casa possa essere un faro, da cui parte la luce del bene, del rispetto, della giustizia, della promozione dell’uomo, della difesa della donna da tutte quelle forme di schiavitù che non sono degne dell’uomo e che il Signore non vuole».