L’incontro con la diversità culturale

Iniziata la seconda edizione del corso “L’inclusione dei rom: lavorare insieme, lavorare in rete” 

P_20180217_094740È iniziata il 17 febbraio la seconda edizione del corso per operatori sociali sulle metodologie di lavoro con la popolazione rom, frutto della collaborazione fra l’Area Rom e Sinti della Caritas e facoltà di Scienze Sociali dell’Università Sapienza. Due gli aspetti che hanno caratterizzato questa prima giornata: la consistente partecipazione e l’approfondimento sul concetto di diversità culturale.

Sono infatti pervenute alla segreteria del corso più di 200 richieste di iscrizione, soprattutto da personale dei servizi sociali, che nel loro lavoro incontrano persone rom, manifestando un bisogno formativo sentito. Una richiesta gradita, ma anche inaspettata, che ci ha costrette a operare una selezione, purtroppo non facile, per rispettare la logistica degli incontri, ma soprattutto per garantire l’efficacia della metodologia del percorso formativo, orientato alla discussione di gruppo e alla costruzione di una rete operativa per lo scambio e il confronto reciproco fra servizi e fra territori. Erano perciò presenti 120 persone tra assistenti sociali dei servizi pubblici e del privato sociale, studenti della facoltà di Servizio Sociale e operatori dei Centri di Ascolto parrocchiali; ha partecipato anche una significativa rappresentanza dei funzionari del Dipartimento delle Politiche Sociali di Roma Metropolitana.

Questo interesse è stato evidenziato nei saluti di benvenuto della professoressa Daniela Lorenzetti, in rappresentanza della Presidentessa della Facoltà, e di monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas, che ha anche ringraziato i partecipanti per dimostrare attenzione e preoccupazione per le persone più fragili e lasciate ai margini.

Gli interventi si sono poi articolati attorno al tema “Essere rom, oggi (come ieri)” con l’obiettivo di chiarire come l’identità attuale dei rom sia frutto di una lunga storia di relazione (o mancata relazione) con il mondo non rom, gagé.

La professoressa Ciccodicola ha offerto un appassionato spaccato sull’etnocentrismo critico, che solo potrà costruire un nuovo umanesimo, sull’incontro con l’alterità che se non viene accompagnato da una continua revisione dinamica e storicizzata può condurre al razzismo ed alle ideologie dell’esclusione.

Premessa indispensabile per ascoltare gli interventi dei rappresentanti dei rom, in questa giornata veicolati da video e da alcune persone rom presenti in sala, interpellate spesso e volentieri dalle relatrici.

Sono stati scelti dei video che presentassero da una parte la “normalità” di vita in mezzo a noi di tanti rom che non vivono nei campi, dall’altra i cambiamenti e le difficoltà che affrontano le famiglie rom che vogliono uscire dall’emarginazione, presentando una realtà  in genere conosciuta solo attraverso stereotipi e luoghi comuni.

Nella parte finale della giornata ci si è concentrati nell’offrire ai partecipanti le coordinate storiche e politiche per affacciarsi al mondo rom nelle sue diverse sfaccettature.

L’intervento di Fulvia Motta, responsabile dell’Area Rom e Sinti della Caritas.ha offerto delle chiavi di lettura per comprendere la complessa identità rom a partire dalla dimensione storica e l’incontro con le società dominanti, passando per l’appartenenza al popolo romanì, transnazionale, che chiede di entrare nel dibattito politico internazionale, rivendicando diritti e tutele, per poi approfondire l’appartenenza al gruppo locale che si plasma continuamente nella relazione tra reti di famiglie rom e comunità gagè.

Per concludere la professoressa Cipollini ha narrato le origini geografiche delle popolazioni romanì, che, a partire dall’India in ondate migratorie successive, hanno raggiunto i diversi continenti e ha

descritto alcuni aspetti dell’organizzazione sociale e del sistema simbolico proprio dei rom comuni ai differenti gruppi.

Il prossimo incontro è fissato per il 10 marzo e sarà dedicato specificatamente alle buone pratiche di inclusione sociale a partire da una di queste, il progetto RomAtelier promosso dalla Caritas di Roma, presentandone le metodologie di lavoro che si sono dimostrate efficaci.

 

 

 

 

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