Una famiglia verrà ospitata alla “Cittadella della Carità – Santa Giacinta”
Mercoledì 27 giugno, da Addis Abeba, sono arrivati a Fiumicino 139 profughi del Corno d’Africa che erano rifugiati nei campi del Tigrai in Etiopia. Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie al Protocollo di intesa con lo Stato italiano, firmato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana che agisce attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes) e dalla Comunità di Sant’Egidio.
Con questo arrivo si raggiunge la quota di 327 rifugiati accolti nel nostro Paese sui 500 previsti in due anni dal Protocolo finanziato con fondi CEI 8X1000. Tra i 139 in arrivo a Fiumicino ci sono nuclei familiari numerosi e oltre 60 sono i bambini: il più piccolo, Emanuel, è nato appena 3 mesi fa.
I rifugiati saranno accolti in 13 regioni italiane (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto) presso parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occuperanno di accompagnare il percorso di integrazione sociale e lavorativa sul territorio garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori e cure mediche adeguate.
Dei 139 nuovi arrivi, la Diocesi di Roma ospiterà una famiglia – genitori e tre bambini di 10, 6 e 2 anni – presso la “Cittadella della Carità – Santa Giacinta”. Si tratta di un nucleo di rifugiati per motivi politici, il papà è perseguitato nel proprio paese perché giornalista di un organo di informazione contrario al regime.
I Corridoi Umanitari dall’Etiopia, il programma di reinsediamento dalla Giordania e le recenti evacuazioni dalla Libia sono la testimonianza dell’impegno della Chiesa italiana per canali sicuri e risposte durature a protezione di profughi e migranti. Un impegno che è parte di un’azione più ampia in favore dei più fragili e dei meno tutelati, resa possibile anche grazie a quanti continuano a sostenere la Chiesa con l’8×1000 e ne accompagnano il cammino quotidiano accanto ai più poveri.