Le vie della carità: gli ultimi, il Vangelo la creatività

L’udienza di Papa Francesco per i 50 anni di fondazione della Caritas Italiana

Partire dagli ultimi, custodire la gioia del Vangelo, riscoprire la creatività: sono le tre vie per la carità che papa Francesco ha indicato ai partecipanti all’udienza ai rappresentati di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane che compie 50 anni di vita (l’intervento integrale).

«Nell’attuale cambiamento d’epoca le sfide e le difficoltà sono tante, sono sempre di più i volti dei poveri e le situazioni complesse sul territorio» ha detto il Papa.

Francesco indica la via degli ultimi, via di misericordia e ricorda che «molte scelte significative, in questi cinque decenni, hanno aiutato le Caritas e le Chiese locali a praticare questa misericordia: dall’obiezione di coscienza al sostegno al volontariato; dall’impegno nella cooperazione con il Sud del pianeta agli interventi in occasione di emergenze in Italia e nel mondo; dall’approccio globale al complesso fenomeno delle migrazioni, con proposte innovative come i corridoi umanitari, all’attivazione di strumenti capaci di avvicinare la realtà, come i Centri di ascolto e gli Osservatori delle povertà e delle risorse». 

E aggiunge: «Sono i poveri che mettono il dito nella piaga delle nostre contraddizioni e inquietano la nostra coscienza in modo salutare, invitandoci al cambiamento».

Irrinunciabile la via del Vangelo, uno stile da avere. E «la carità è inclusiva, non si occupa solo dell’aspetto materiale e nemmeno solo di quello spirituale. La salvezza di Gesù abbraccia l’uomo intero. Abbiamo bisogno di una carità dedicata allo sviluppo integrale della persona: una carità spirituale, materiale, intellettuale». 

Il Papa ricorda l’espressione di Giovanni Paolo II «l’uomo è la via della Chiesa».  E aggiunge che “dalle forti espressioni di giudizio del Signore ricaviamo anche l’invito alla parresia della denuncia. Essa non è mai polemica contro qualcuno, ma profezia per tutti: è proclamare la dignità umana quando è calpestata, è far udire il grido soffocato dei poveri, è dare voce a chi non ne ha”. 

Infine la creatività come terza via: «Non lasciatevi scoraggiare di fronte ai numeri crescenti di nuovi poveri e di nuove povertà. Continuate a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza. Contro il virus del pessimismo, immunizzatevi condividendo la gioia di essere una grande famiglia». 

Il Santo Padre ha poi rivolto un invito ai giovani che «sono le vittime più fragili di questa epoca di cambiamento, ma anche i potenziali artefici di un cambiamento d’epoca. Sono loro i protagonisti dell’avvenire. Non è mai sprecato il tempo che si dedica ad essi, per tessere insieme, con amicizia, entusiasmo e pazienza, relazioni che superino le culture dell’indifferenza e dell’apparenza. Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità e di gioia vera».

E conclude: «Vi saluto con una frase dell’Apostolo Paolo, che festeggeremo tra pochi giorni: ‘L’amore del Cristo ci possiede’. Vi auguro di lasciarvi possedere da questa carità: sentitevi ogni giorno scelti per amore, sperimentate la carezza misericordiosa del Signore che si posa su di voi e portatela agli altri».