Un’opera che testimonia la cultura del positivo

Le parole dei protagonisti della cerimonia di inaugurazione che si è svolta il 10 dicembre

ostello-caritas_2Gioia e rammarico nelle parole di monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, che il 10 dicembre scorso ha inaugurato l’Ostello “don Luigi Di Liegro” e la Mensa “San Giovanni Paolo II” alla Stazione Termini dopo i lavori di ristrutturazione. L’incontro si è aperto con la benedizione del cardinale Agostino Vallini e il tradizionale taglio del nastro, dopodiché il vicario del Papa ha svelato la Porta Santa della Carità con il mosaico realizzato da padre Marko Ivan Rupnik che il pontefice varcherà il prossimo 18 dicembre.

Alla presenza del vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, di numerose autorità e degli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa, è stato il direttore della Caritas ad aprire gli interventi dii saluto accompagnato da Rosa, Francesca e Ulderico, tre degli ospiti che saranno accolti nella nuova struttura. «La parola che ci scaturisce dal cuore è quella di profonda gratitudine», ha detto il sacerdote: «Un grazie da dire al Signore che ci ha permesso di avere una disponibilità nei confronti di coloro che sono la sua stessa presenza in questa nostra città». Il direttore della Caritas ha però ricordato anche «quanti non saranno tra i duecento accolti in questa struttura: più di cinquemila persone che ogni notte dormono in strada. Vorrei – ha detto – che a Roma questo tipo di Caritas non ci fosse più, perché tutti hanno diritto a una casa e un lavoro, a una famiglia e a relazioni di amicizia».

Il vescovo Nunzio Galantino è arrivato alla cerimonia di inaugurazione direttamente dall’aeroporto, proveniente dal Kurdistan iracheno, dove aveva inaugurato un’università finanziata dalla Cei. «Ciò che unisce quei luoghi a questo – ha osservato – sono le persone che per motivi diversi fanno fatica a vivere con dignità la loro esistenza. La povertà, quella e questa, ha un solo volto, quello di Cristo, ma anche una sola risposta, che è quella dell’accoglienza». Per il segretario della Cei, «l’Ostello è una realtà che deve aiutarci ad educare all’accoglienza, perché è l’unica strada che ci permette di andare un po’ oltre».
A rappresentare le istituzioni, il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «La città aveva bisogno che questo spazio riaprisse – ha dichiarato Gabrielli -. È mancato questo luogo di sofferenza e di umanità». Luogo che, ha rimarcato Zingaretti, «ci aiuta a non far passare in secondo piano il senso più profondo del Giubileo, a parlare con le parole della misericordia».

ostello-caritas_3Il cardinale Vallini ha invece evidenziato che quello che si inaugura è «un piccolo miracolo, un’opera che dovrebbe convincere tutti che quando c’è una cospirazione al bene si possono fare tante cose. La cultura del positivo – ha continuato -, con le giuste dialettiche, deve portarci al bene che ci unisce. Ecco la missione profetica dell’Ostello». Il vicario ha quindi concluso il suo intervento presentando la Porta Santa della Carità che venerdì prossimo il Papà attraverserà. «In questo luogo – ha spiegato – si potrà lucrare l’indulgenza facendo servizio ai poveri. È questo lo spirito del Giubileo: un’esperienza che deve migliorarci, che ci deve rendere uomini e donne uniti dalla categoria misericordia, dalla forza dell’amore».

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