L’incontro con papa Francesco ad Assisi: il saluto degli ospiti di Casa Santa Giacinta
«È tempo che ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. È tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono. È tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro. È tempo che si torni a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio, vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell’indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’incontro e del dialogo».
È il messaggio di papa Francesco da Assisi dove, il 12 novembre scorso, ha presieduto l‘incontro di preghiera e testimonianze in occasione della Giornata mondiale del poveri.
Ad accogliere il Papa anche una delegazione della Diocesi di Roma con gli ospiti della Cittadella della carità. È stato proprio uno di loro, Luciano, a fare il primo saluto al Santo Padre all’esterno della Basilica.
«Vengo dalla Romania e vivo a Casa Santa Giacinta da alcuni anni – ha detto Luciano -. Sono affetto da una malattia degenerativa, ho avuto l’opportunità di intraprendere un percorso di cure sperimentali a Milano. In Caritas ho trovato una grande famiglia che mi aiuta e mi supporta. Voglio ringraziarla per tutto quello che fa ogni giorno per coloro che vivono una situazione di povertà e di esclusione. Lei rappresenta la voce di chi, nella nostra società, una voce non ce l’ha. Santità Lei ogni volta, alla conclusione di ogni incontro ci chiede di pregare per Lei, e le posso assicurare che lo facciamo, io chiedo a Lei di non dimenticarci mai nelle sue preghiere, ne abbiamo fortemente bisogno. Grazie».