Il Sinodo di tutti, in ascolto dei poveri

Nell’ambito del Cammino sinodale, un gruppo di volontari e di ospiti si è riunito all’Ostello Caritas di Via Marsala con l’obiettivo di rendere sempre di più il “camminare insieme” uno stile e principio educativo di ogni attività.

Si è concluso con un momento conviviale presso la Casa di Cura Mater Misericordiae il percorso sinodale proposto in programmazione pastorale dall’equipe dell’Ostello Caritas di Via Marsala che, da aprile a giugno, ha visto un gruppo di volontari e di operatori protagonisti di un cammino di ascolto sincero, dialogo profondo e condivisione di pensieri e di speranze, con l’obiettivo di rendere sempre di più la sinodalità ed il “camminare insieme” uno stile e un principio educativo di ogni attività.

Si è partiti dal definire i contorni dell’assemblea. Chi doveva o poteva parteciparvi? La risposta pronta è stata: “Tutti gli uomini, senza nessuna distinzione di sesso, censo, credo religioso o politico”.

«Ad esemplificare questa universalità – racconta il gruppo sul cammino sinodale – abbiamo pensato a un enorme puzzle, dove ciascun uomo con la sua esperienza, il suo vissuto, i suoi talenti e le sue fragilità rappresenta un qualcosa di unico, insostituibile e inimitabile e che, con la sua assenza, renderebbe l’insieme non completo. Abbiamo anche raggiunto la convinzione che il camminare insieme ci fa diventare un “noi” che cosa ben diversa e molto più poderosa di una somma di “io”».

Gli incontri in ostello, una volta a settimana, hanno permesso innanzitutto di ascoltarsi e conoscersi, anche attraverso la lettura di alcune pagine del libro “Brace, legna, soffio” di Johnny Dotti e Mario Aldegani (San Paolo Edizioni), cercando di comprendere il più profondo significato del termine sinodalità, come “dimensione costitutiva della Chiesa, che attraverso di essa si manifesta e di configura come Popolo”. Non una moda o uno slogan – come ha detto Papa Francesco – bensì la natura della Chiesa stessa, il suo essere e la sua missione.

Ospiti e volontari non si sono nascosti le difficoltà che quotidianamente si incontrano, come il giudicare, il non ascoltare e il non vedere, lo “scegliersi il prossimo”, atteggiamenti che “rendono vani i nostri sforzi”.

A coronamento del cammino, l’opportunità di poter essere protagonisti insieme ad altri fratelli al meeting mondiale sulla Fraternità umana.

«La partecipazione al tavolo sulle fragilità, coordinato dal cardinale Mauro Gambetti, e il confronto con gli altri – sottolinea ancora l’equipe sinodale – ci ha permesso di vincere quel senso di solitudine che spesso avvertiamo e di avere la piacevole sorpresa di essere parte di una comunità che ha gli stessi ideali e che tiene conto del nostro pensiero».

È proprio vero che “Nessuno si salva da solo”, come ricorda lo striscione che ha fatto comparsa in Ostello nel periodo più buio del Covid e che ancora oggi continua a capeggiare accanto all’ingresso riassumendo in poche parole il vero senso della vita.

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