Da Roma a Parigi con Amelio Castro nelle Paralimpiadi

In passato è stato tra gli ospiti dell’ostello Caritas di Via Marsala. Oggi Amelio Castro Grueso è uno schermidore paralimpico colombiano che si allena con le Fiamme Oro e parteciperà ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024.

Oggi iniziano le Paralimpiadi di Parigi. Tra i grandi campioni per cui facciamo il tifo c’è sicuramente Amelio Castro Grueso, in passato accolto come ospite dell’Ostello Caritas “Don Luigi Di Liegro” e rinato grazie a un cammino sportivo, nonostante le ferite profonde inferte dalla vita.

Amelio è giunto a Roma nel settembre 2022 dalla Colombia, affrontando enormi sfide. A soli 16 anni ha perso sua madre in circostanze tragiche e a 20 anni un grave incidente stradale gli ha tolto l’uso delle gambe.

Durante il percorso di riabilitazione si appassiona e si avvicina alla scherma. Lo sport inizia a essere un’opportunità non solo di recupero fisico e mentale, ma anche di socialità. Soprattutto, la sua è un’appassionata testimonianza perché, proprio in quella esperienza estrema di dolore e di abbandono in ospedale, Amelio incontra Dio. Racconta questa esperienza con gioia: da quel momento, dice, la sua vita è cambiata, perché ci riconosce l’amore e la presenza di Dio. Oggi il suo primo pensiero è: “come posso fare la volontà di Dio? Come posso testimoniare il suo amore?”

Nel 2018 si reca nella città colombiana di Cali per assistere a una competizione di scherma dove c’era la Nazionale italiana. Ed entra subito in amicizia con Daniele Pantoni, un tecnico che ancora oggi è un vero e proprio padre per Amelio. Ma sarà solo nel settembre 2022 che, con l’aiuto di una colletta popolare, riesce ad arrivare a Roma con la sua sedia a rotelle, letteralmente “alla ventura”, cercando alloggio nella zona della Stazione Termini e trovandolo all’ostello Caritas di via Marsala. In realtà aveva qualche soldo in tasca, però gli alberghi nella zona non avevano l’ascensore: non accessibili per un disabile che non muove le gambe.

Il suo sogno è quello di provare ad allenarsi da professionista così, scaduti i tre mesi del “visto turistico” con il quale era entrato in Italia, decide di non rientrare in Colombia e di chiedere la “protezione internazionale” al Governo Italiano. Nel luglio 2023 ottiene lo status di rifugiato per protezione internazionale con il sostegno dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, che si occupa del Team olimpico e paralimpico, e si trasferisce nel Centro di accoglienza di secondo livello del Sistema Accoglienza e Integrazione (SAI) a Centocelle.

Ogni giorno il giovane atleta impiega due ore all’andata e due ore al ritorno, da Centocelle a Tor di Quinto, per andare allenarsi con le Fiamme Oro. Gli è impossibile prendere bus e metro, perché non ci sono le facilitazioni per le persone con la sedia a rotelle. «Ma non sono solo, Dio è con me», spiega sempre con il suo sorriso.

Tra i sogni nel cassetto dello schermidore c’è anche quello di scrivere un libro. Avrà come titolo “Io l’ho fatto” e in copertina la medaglia che vincerà alle Paralimpiadi di Parigi.

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