Il Rapporto 2023 dell’Associazione Liberi dal Debito, stima in circa 7 milioni le persone sovraindebitate e più di una famiglia su quattro (il 25,3% del totale) è a rischio di povertà assoluta. Essere sovraindebitati significa non essere più in grado, con le proprie entrate, di rimborsare i debiti via via contratti.
Alla base del sovraindebitamento possono esserci più motivi: la perdita del lavoro o la forte riduzione del reddito; i costi per la cura di una malattia grave; l’impennata dei tassi d’interesse del mutuo o di altri finanziamenti ottenuti; le scelte azzardate in investimenti finanziari; l’uso irrazionale della carta di credito o il facile ricorso al credito personale (le tante piccole rate da pagare); la dipendenza dal “gioco” d’azzardo o da sostanze; i costi collegati alle separazioni familiari.
L’insostenibilità dei debiti accumulati causa la crisi definitiva di tante relazioni familiari, soprattutto quando di essi poco o nulla si è condiviso in casa. Sono migliaia coloro che ogni anno, soprattutto tra professionisti e imprenditori, preferiscono togliersi la vita. Chi resiste spesso è costretto a tagli pesanti a spese essenziali, come quelle alimentari; per il regolare pagamento dell’affitto o della rata del mutuo; per le bollette delle utenze domestiche (acqua, luce e gas), per il condominio e il riscaldamento; per la scuola e/o l’università; per l’attività educativa/sportiva dei figli; per la prevenzione o le cure sanitarie. Nei casi più gravi si è costretti a vendere la propria abitazione e si rovinano i rapporti di fiducia e di amicizia, quando non si riesce a restituire i prestiti avuti da parenti o da amici più vicini. La situazione diventa via via insostenibile ed aumenta il rischio di cadere nelle grinfie dell’usuraio e subire ogni sorta di umiliazione e di ricatto.
C’è una correlazione stretta tra grave carenza o totale mancanza di educazione finanziaria, perdita di solidi principi di riferimento e la spinta ad accumulare debiti.
Educare alla sobrietà significa promuovere nelle persone il senso della misura e dell’equilibrio nel soddisfare le proprie esigenze e la capacità di controllo delle proprie risorse. La sobrietà è uno dei principi cardine, insieme alla solidarietà e alla responsabilità, per poter promuovere quei nuovi stili di vita tanto necessari a livello individuale e sociale, per costruire una società più giusta, dove le disuguaglianze non la fanno da padrone e per assicurare un futuro migliore per tutti. La sobrietà, per molti, equivale a povertà, mentre, in realtà, è la scelta per evitare il superfluo e per contrastare quella fortissima cultura del consumo che si basa sul primato assoluto dell’”io” rispetto al “noi” e che non vede le esigenze ed i diritti dei vicini o dei lontani.
L’educazione finanziaria ha molto a che fare con tutto ciò perché viviamo in un Paese in cui il sovraindebitamento delle persone e delle famiglie, come pure quello dello Stato (ormai di 2.918 miliardi di euro nel 2024), è in costante e forte aumento ed ipoteca il futuro delle giovani generazioni. Per cambiare rotta occorre puntare sulla prevenzione, partendo dall’educazione delle persone e delle comunità. Occorre, inoltre, che la politica, le istituzioni pubbliche, il mondo economico e quello dell’informazione adottino scelte coraggiose ed urgenti all’insegna del bene comune.
La Fondazione Salus Populi Romani e la Caritas, entrambe della Diocesi di Roma, hanno messo a punto per le comunità parrocchiali e del territorio due strumenti in chiave preventiva: i bilancio familiare mensile e del diario finanziario giornaliero, per promuovere la sobrietà e dunque la capacità di compiere scelte meno emotive e più ancorate alla realtà, secondo una scala di priorità e di responsabilità individuali e collettive e per far crescere nelle persone la consapevolezza delle proprie capacità di spesa e la capacità di controllo sull’uso delle proprie risorse.
Le scuole, le comunità parrocchiali e religiose, le associazioni di volontariato e del terzo settore, il variegato mondo dello sport, possono fare molto per prevenire e contrastare il sovra indebitamento, informando, formando, educando le persone ad utilizzare strumenti di questo tipo. Servono degli “angeli custodi” di nuova generazione disponibili a mettersi al fianco delle persone e delle famiglie per aiutarle a familiarizzare con strumenti educativi di base, come il bilancio familiare mensile e il diario finanziario giornaliero. Gli stessi corsi di preparazione ad alcuni sacramenti, a partire dalla cresima e dal matrimonio, perché non possono dedicare dello spazio adeguato a questi contenuti, promuovendo anche quella sana ed evangelica cultura della sobrietà?
Per tutti è ormai il tempo delle scelte. O si sta dalla parte delle persone e quindi della vita umana, o dalla parte del primato assoluto del denaro e del profitto da tutelare ad ogni costo. Penso solo alla pubblicità dilagante e alla frequente pochezza dei suoi contenuti etici; all’aggressività con cui si inducono le persone ad acquistare facendo debiti su debiti, oppure, a puntare tutto sulle scommesse, cioè sulla fortuna (nella sola Roma, nel 2022, quasi 5 miliardi di euro di scommessi sui soli canali legali del “gioco” tra lotterie, gratta e vinci e sale autorizzate e i molti canali internet). E’ un dramma sociale ed economico che coinvolge ormai molti minori. Uno Stato come il nostro che lucra sulle scommesse, produce un qualche aumento delle entrate erariali ma soprattutto aumenta i danni sociali, economici e sanitari derivanti per tutti dalla costante crescita delle “giocate” legali che sottraggono ingentissime risorse all’economia reale del Paese e al suo benessere collettivo. Addolora che nella stessa Chiesa ci siano così tante velocità nel farsi carico del problema e molte contraddizioni ancora da superare.
Editoriale di Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, pubblicato su L’Osservatore di Strada del 1° settembre 2024