Troviamo una nuova dolorosa conferma che esistono migliaia di nostri concittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese e che le forme della solitudine, al di là del dato puramente economico, si vanno diffondendo nei quartieri e nelle strade romane”. Così il cardinale Angelo De Donatis intervenendo alla presentazione del Rapporto Povertà 2023.
Pubblichiamo il discorso integrale.
La Chiesa di Roma si appresta a iniziare quella che è la fase sapienziale del cammino sinodale. Dopo aver vissuto due anni molto intensi, dedicati all’ascolto della Parola di Dio unito all’ascolto dei territori e delle comunità, in cui abbiamo prima posto l’attenzione al grido della città e successivamente intessuto relazioni con tutti coloro che vi abitano, su invito di papa Francesco ci apprestiamo ora a non disperdere quanto è stato raccolto e avviare un discernimento ecclesiale.
Le narrazioni di vita, ascoltate soprattutto dalle labbra di chi si sente lontano dalla Chiesa e dalle labbra dei poveri, sono state fondamentali per realizzare in noi questo “allargamento”. Ci siamo resi conto che non aveva senso continuare a girare intorno alle solite dinamiche e ai soliti problemi ecclesiali, mentre insieme con i nostri contemporanei stiamo vivendo un cambiamento d’epoca.
Una nuova fase, pur nella continuità, che papa Francesco ci ha esortato a percorrere “continuando a camminare”, affidandoci cioè allo Spirito per superare tentennamenti, dubbi e paure; facendolo come “Chiesa insieme” dove tutti possano sentirsi a casa, in cui le strutture e i mezzi pastorali favoriscano non la creazione di piccoli gruppi, ma la gioia di sentirsi corresponsabili; agendo come “Chiesa aperta” capace di ascoltare le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito ed è arrabbiato.
Il Rapporto sulle povertà a Roma, che la Caritas diocesana propone ogni anno, si integra in questo cammino come strumento prezioso. Finora ci ha aiutato nell’approfondimento e nella conoscenza di alcuni fenomeni del disagio e delle fragilità, è stato anche un’occasione di dialogo e confronto con istituzioni, enti di ricerca, organizzazioni di volontariato e mondo accademico.
Anche queste sono risorse da non disperdere in questa fase di discernimento, dove continuerà ad essere importante il dialogo con tutte le realtà e questo lavoro ci permette di entrare in relazione, fare spazio agli altri, testimoniare l’attenzione di Dio a tutti coloro che hanno bisogno di cura.
Non si tratta di opinioni che esprimono gli autori o di una presa di posizione della Caritas. Lo studio, come nelle precedenti edizioni, cerca di far emergere la povertà da una prospettiva che va oltre le statistiche ufficiali – che pure vengono riportate nel testo – ma si concentra su quelli «che non hanno voce».
Scopriamo allora – in questo caso attraverso l’opera dei centri di ascolto Caritas delle parrocchie romane – che nella nostra Città esistono migliaia di persone che vivono in solitudine, che non hanno mai avuto un reddito regolare, che non riescono ad accedere al servizio sanitario pur avendone diritto, che non hanno un alloggio dignitoso.
Troviamo una nuova dolorosa conferma che esistono migliaia di nostri concittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese e soprattutto non riescono a pagare le bollette di luce, acqua e gas e che le forme della solitudine, al di là del dato puramente economico, si vanno diffondendo nei quartieri e nelle strade romane, riproponendo l’urgenza della riscoperta della centralità della persona umana.
Nel Rapporto questi e altri aspetti vengono analizzati, partendo però dall’esperienza concreta delle comunità parrocchiali e dei servizi diocesani, a partire da quelli della Caritas, a cui è stato chiesto di accogliere, ascoltare, accompagnare e promuovere migliaia di persone. Riferendoci ai numeri del 2022, ricordo con gratitudine la straordinaria mobilitazione delle comunità parrocchiali e religiose per l’accoglienza dei profughi ucraini con un coinvolgimento e una mobilitazione dei volontari che già avevamo visto durante la pandemia. È un aspetto quello della solidarietà che accomuna tutta la città e che ha segnato una stagione di straordinaria collaborazione con tutte le istituzioni pubbliche.
Il volume oltre ai fenomeni della povertà, si sofferma anche sulle politiche sociali proposte dalle istituzioni, la conoscenza di molte opere di carità promosse dalle comunità parrocchiali e le testimonianze dei volontari che vi svolgono servizio. Una finestra aperta verso la città ma anche un’occasione di confronto e approfondimento, l’invito a incontrare coloro che ci vivono a fianco e ad ascoltare quanto hanno da dire, da chiedere e da raccontare.
Per questo è importante la presenza del sindaco Gualtieri e del presidente Rocca, in un momento di confronto e collaborazione.
In questo Rapporto c’è, purtuttavia, più di un segnale di speranza, a cui poter attingere fiducia per un futuro, consapevoli che ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per dare sempre più concreta attuazione a quel vivere insieme nella pace e nella fraternità a cui tutti noi aspiriamo.
Crediti foto: Stefano Montesi